Terapie più versatili, che oltre ad abbassare la glicemia hanno effetti protettivi su reni e cuore – punto debole delle persone con diabete – e che, soprattutto, fanno perdere peso. Cosa che, per chi è in sovrappeso, basta da sola a migliorare tutti i parametri metabolici. Benvenuti nella nuova era della cura del diabete di tipo 2. Era che va avanti già da un po’ con farmaci sempre più nuovi (e sottoprescritti) e altri sempre migliori in arrivo.
Con tanti studi che arrivano anche quest’anno dall’Ada, il congresso americano dedicato al diabete, uno dei più grandi al mondo, punto di incontro e di presentazione – seppure ancora virtualmente quest’anno – degli esperti di tutto il mondo e delle tappe degli studi più importanti. Riassunti quest’anno in un incontro – anch’esso virtuale – programmato dalla Sid, la Società italiana di diabetologia.
Sportello cuore
Disturbi del sonno e diabete, il cocktail che mette a rischio il cuore
di
Federico Mereta
12 Giugno 2021
Tra le tante novità di Ada, una riguarda proprio la terapia e una molecola, la terzipatide, doppio agonista GLP-1 e GIP, protanista dello studio di fase 3 Surpass. Quali i vantaggi? Li racconta il professor Agostino Consoli, presidente Sid: “E’ un farmaco iniettivo, una puntura a settimana, non ancora disponibile anche se penso che i tempi non saranno lunghi. Con effetti non solo – e direi ovviamente – sull’emoglobina glicata, visto che circa il 90% dei pazienti riesce a scendere sotto il 7% partendo da 8 in circa 40 settimane. Ma questa nuova molecola ha effetti marcati sul peso, molto performanti: circa dieci chili in meno, sempre in 40 settimane. Dimostrando una efficacia maggiore sia rispetto alla terapia con insulina che all’analogo GLP-1 di uso comune, il semaglutide, che ad oggi è il più efficace sia nel controllo dell’emoglobina glicata che per la perdita di peso. Con effetti collaterali paragonabili, quindi soprattutto nausea, nel 20-25% dei casi, vomito, più raramente diarrea. Insomma, un’arma in più per noi diabetologi, e anche per i pazienti”.
In attesa di nuove molecole, la Sid fa ancora il punto sui farmaci già a disposizione, ma che non vengono prescritti a tutti i pazienti che ne avrebbero bisogno. Soprattutto in quelli che soffrono di scompenso cardiaco. “Rene e cuore hanno destino comune nei pazienti con diabete – ricorda il professor Angelo Avogaro, presidente eletto Sid – un matrimonio indissolubile. Basti pensare che il paziente diabetico con scompenso a tre anni dalla diagnosi ha un 55% in più di mortalità. E che lo scompenso cardiaco è una delle complicanze più frequenti nei pazienti con diabete di tipo 2. E quando c’è scompenso c’è quasi sempre anche una alterazione della funzione renale: i denominatori comuni che portano al danno combinato di rene e cuore sono un’eccessiva ritenzione di sodio, un’attivazione del sistema renina-angiotensina, l’attivazione del sistema adrenergico, e uno stato infiammatorio”.
Diabete di tipo 2, la prevenzione si fa (anche) al telefono
09 Giugno 2021
Tra i farmaci disponibili per il trattamento del diabete gli inibitori del riassorbimento renale del glucosio chiamati gliflozine, non solo riducono la glicemia ma sono in grado di proteggere il paziente diabetico e non dal rischio di scompenso cardiaco. “Tra le gliflozine ne esistono però alcune che, oltre che agire sul riassorbimento renale di glucosio, agiscono anche sul riassorbimento intestinale dello stesso: tra queste il canagliflozin e il sotagliflozin. Queste due gliflozine sono quindi dei duplici inibitori del riassorbimento di glucosio. Dei due, il sotagliflozin non è ancora disponibile in Italia, nonostante i dati ottenuti nei pazienti diabetici con scompenso cardiaco e malattia renale cronica siano stati già pubblicati sul New England Journal of Medicine. Purtroppo per mancanza di fondi da parte dello sponsor è stato arruolato un numero di pazienti significativamente inferiore a quello previsto: nello studio SOLOIST-WHF a fronte di un numero previsto di pazienti da arruolare di circa 4.000, ne sono stati arruolati 1.222. Nello studio SCORED sono stati invece arruolati 10.584 pazienti”.
Diabete: i benefici delle sardine
di
Elvira Naselli
31 Maggio 2021
Per essere ancora più chiaro Avogaro fa un esempio: il rene trattiene al giorno 120 grammi di glucosio. “Per intenderci, la quantità di 4 lattine di una Cola. I farmaci che aiutano l’escrezione di glucosio con le urine permettono di perdere circa 80 grammi di glucosio al giorno. Ogni grammo di glucosio vale 5 calorie e quindi si perdono 400 calorie al giorno. Con un effetto visibile sulla perdita di peso. Questi farmaci inducono anche escrezione di sodio, con effetti benefici su infiammazione e stress ossidativo e una azione benefica straordinaria sul rene. Non prescriverli è quasi non etico”.
Come sempre, la terapia deve essere personalizzata e prevedere – oltre ai farmaci – un radicale cambiamento di stile di vita. “Niente fumo – attacca Anna Solini, associato di Medicina Interna all’università di Pisa – una dieta che eviti sale, salse, in particolare quella di soia, e che privilegi le erbe per insaporire al posto del sale. E controllare l’ipertensione. Le linee guida KDIGO (Kidney Disease Improving Global Outcomes), attese da anni e appena pubblicate, sono chiare: nella persona con diabete e con malattia renale si abbandonano le diete ipoproteiche spinte, che portano a malnutrizione; si devono usare i farmaci contro l’ipertensione alla massima dose tollerata; uso di un SGLT” inibitore, insieme alla metformina, in tutti i pazienti con diabete, malattia renale e filtrato glomerulare superiore a 30 ml/mi. E poi i programmi educazionali”. Non solo per spiegare bene ai pazienti che terapie stanno seguendo, e convincerli che bisogna farlo con costanza, ma per far cambiare stile di vita. Cosa tutt’altro che facile.
Diabete: cosa fare se la glicemia scende troppo
di
Elvira Naselli
30 Aprile 2021