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Stati Uniti ed Europa Centrale si confermano i mercati chiave per il menswear made in Italy. È questa l’immagine che restituisce la prima giornata di Pitti Immagine Uomo, tornata al consueto ressa internazionale dopo il biennio di stallo. Un quadro confermato dai dati: nel primo trimestre 2022, seguente l’Istat, l’export di moda maschile è salito del 6,3% sul 2021, per un totale di oltre 1,7 miliardi. Il primo mercato nel periodo gennaio-marzo è la Francia (+7,7%), ma sono gli Usa a fare segnare l’incremento record: +57,9 per cento.
«La situazione tiene già conto della guerra in Ucraina e dei lockdown in Cina – spiega Raffaello Napoleone, amministatore delegato di Pitti Immagine – e conferma che questo non sarà solo un anno di sprint ma di accelerazione per la moda uomo». In fiera, oltre alle presenze europee e americane, Napoleone sottolinea « quelle dei principali department store giapponesi, coreani e russi». Questi ultimi sono alla ricerca di marchi che possano essere acquistati sotto i 300 euro, per evitare le sanzioni. In fiera, alle prime presenze americane si affiancano soprattutto quelle dell’Europa centrale: «In mezza giornata abbiamo registrato in stand un numero di brand pari a quello di tutta l’edizione di gennaio 2022 e la quota di stranieri è significativa, specialmente da Belgio, Polonia e Germania – spiega Antonio Ricciardi, direttore commerciale Co.ca.ma, azienda cui fa capo Liu Jo Uomo che ha chiuso il 2021 con 45 milioni di fatturato –. Dobbiamo tutta la crescita alle esportazioni, che contiamo di portare dal 25% al 40% dei ricavi in tre stagioni».
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